Tolkien J.R.R. - 1954 - Il Signore degli Anelli - Libro 3 by Tolkien J.R.R

Tolkien J.R.R. - 1954 - Il Signore degli Anelli - Libro 3 by Tolkien J.R.R

autore:Tolkien J.R.R. [Tolkien J.R.R.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Fantasy, Sagas
ISBN: 9788858705827
Google: a2EelqLqirEC
editore: Bompiani
pubblicato: 2012-11-26T23:00:00+00:00


618 Le due Torri

quale emergeva un alto picco; alla imboccatura della conca stava di

guardia, come una sentinella, un'altura solitaria. Intorno alle sue

falde scorreva un filo d'argento, il corso d'acqua proveniente dalla

valle; in cima, ancor lontano, intravidero un barlume al sole sorgente,

uno scintillare d'oro.

«Parla, Legolas!», disse Gandalf. «Descrivi quel che scorgi

lì innanzi a noi!».

Legolas scrutò l'orizzonte, riparandosi gli occhi dai raggi orizzontali

del sole appena levato. «Vedo un bianco fiume che scende

dalle nevi», disse. «Nel punto ove esce dall'ombra della valle, si

erge ad est un verde colle. E' circondato da una diga, un muro

possente e un recinto spinoso. All'interno s'innalzano tetti di case

e nel centro, su una verde terrazza, vedo, imponente, un grande

palazzo di Uomini. Ai miei occhi parrebbe ricoperto d'oro. La sua

luce brilla su tutta la contrada. Sono anche d'oro i pilastri delle

porte, ove degli Uomini vestiti di lucenti cotte di maglia montano

la guardia. Ma tutti nei cortili interni dormono ancora».

«Edoras si chiamano quei cortili», disse Gandalf, «e Meduseld

il Palazzo d'Oro. Ivi dimora Théoden figlio di Thengel, Re del Mark

di Rohan. Giungiamo col sorgere del giorno. La via si stende aperta

avanti a noi, ma dobbiamo cavalcare con maggiore precauzione; la

guerra infierisce, ed i Rohirrim, i Signori dei Cavalli, non dormono,

anche se da lontano sembrerebbe così. Non sguainate le armi, non

pronunziate parole altezzose; questo è il mio consiglio prima di

giungere al cospetto di Théoden».

Il mattino si destava luminoso e limpido, e gli uccelli cantavano,

quando i viaggiatori giunsero al corso d'acqua. Scorreva veloce nella

pianura, e poco oltre i piedi dei colli descriveva una larga curva e

attraversava la loro strada, per poi proseguire verso est ad alimentare

il lontano Entalluvio dalle sponde rigogliose di giunchi. La campagna

era verde: negli umidi prati e lungo gli argini erbosi del fiume

crescevano molti salici. In questa contrada meridionale essi incominciavano

già ad arrossire sulla punta delle dita, sentendo avvicinarsi

la primavera. Il letto del fiume era attraversato da un guado

calpestato da zoccoli di cavalli. I viaggiatori passarono e giunsero

così su una ampia pista accidentata che conduceva verso le alture.

Ai piedi del colle cinto da mura, il sentiero serpeggiava all'ombra

di molti tumuli alti e verdi. Le loro pendici occidentali erano coperte

da un'erba bianca che pareva neve trasportata dal vento: come

innumerevoli stelle scintillanti, spuntavano nel prato dei piccoli fiori.

«Guardate!», disse Gandalf. «Come son belli gli occhi luminosi



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